Risale ad Aprile di quest’anno la notizia che un vasto incendio ha devastato uno dei datacenter più grandi d’Europa, ubicato in Francia.
Il Datacenter ospitava importanti gestori di servizio pubblico e migliaia di aziende, moltissime italiane: alcune non hanno potuto accedere ai dati per giorni, altre, pare abbiano addirittura perso tutti o parte dei dati.
Questo evento pone l’attenzione sulla necessità di dotarsi di un “disaster recovery plan” adeguato, che deve prevedere non solo il backup dei dati, ma anche la loro fruibilità nel più breve tempo possibile, calcolando preventivamente il tempo necessario per riprendere la normale attività.
In pratica, un “disaster recovery plan” efficace non deve solo prevedere il backup dei dati, ma anche le modalità per verificare la disponibilità dei dati copiati, che la copia sia delocalizzata, facilmente accessibile e prevedere il tempo necessario per il ripristino dell’infrastruttura e delle informazioni in essa contenute.
In caso di applicazioni in cloud, bisogna accertarsi che il fornitore di servizi garantisca ridondanza reale dei dati, cioè che venga effettuato il backup dei server, in tempo reale, presso altri datacenter delocalizzati (mirroring effettivo).
In tal modo, in caso di incidente, si potrà reindirizzare il traffico verso il server mirroring e consentire la ripresa delle normali attività nell’arco di alcune ore. In caso contrario, spetta al cliente provvedere autonomamente ad un recovery plan alternativo, che spesso può essere realizzato ed attivato con costi e disagi inferiori alle aspettative.
È importante chiedere consiglio ai propri consulenti informatici affinché possano verificare ed eventualmente implementare un disaster recovery plan adeguato, che consenta di evitare il fermo delle attività e la denuncia di un Data Breach al Garante della privacy e agli interessati del trattamento, a fronte dell’indisponibilità dei dati.